Il Libro Sacro

Il libro della legge sacra è disposto al centro della loggia, orientato verso oriente. Il libro è riferito all’orientamento religioso dei componenti della loggia, da noi di solito è il vangelo di San Giovanni, ma se vi fossero presenti di altre religioni dovrebbe essere aperto il libro sacro corrispondente alle varie religioni presenti, ad esempio l’Avesta per i Parsi, il Corano per i mussulmani o la Gita per gli induisti.

È ovvio che il libro è il simbolo della scienza e della saggezza sia, nella visione spirituale che nell’immagine occidentale.

Il libro è soprattutto – se ci eleviamo di un grado-, il simbolo dell’universo: «L’Universo è un immenso libro», scrive Muhiddin Ibn Al Arabi. L’espressione Liber Mundi appartiene ai Rosacroce, ma il Libro della Vita dell’Apocalisse è al centro del Paradiso dove si identifica con l’Albero della Vita: le foglie dell’albero come i caratteri del libro rappresentano la totalità degli esseri, ma anche la totalità dei decreti divini.

C’erano, nella Roma antica, dei libri detti “sibillini” che venivano consultati dai romani nelle situazioni eccezionali: in questi pensavano vi fossero le risposte divine ai loro problemi e le indicazioni sul che fare. In Egitto c’era un libro detto “il Libro dei Morti” questi era una raccolta di formule sacre, colmo di formule magiche e di preghiere, nonché di trucchi e giustificazioni, che venivano poste sulle bende dei defunti, e collocati nella tomba per aiutarli in occasione del giudizio e per implorare gli dei di favorirne la traversata degli Inferi e l’arrivo alla luce del sole eterno. Trovare insomma la «Formula per uscire alla luce.» In ogni caso il libro appare come il simbolo del segreto divino che non è confidato se non all’iniziato.

Se l’universo è un libro, il libro è la Rivelazione e per estensione, la manifestazione. Il Liber Mundi è nello stesso tempo il Messaggio divino, l’archetipo di cui i diversi Libri rivelati non sono che delle specificazioni, delle traduzioni in un linguaggio intelligibile. L’esoterismo islamico distingue talvolta tra un aspetto macrocosmico e un aspetto microcosmico del libro e stabilisce tra i due una lista di corrispondenze: il primo è il Liber Mundi, la manifestazione che discende dal suo Principio, l’intelligenza cosmica; il secondo è nel cuore, è l’intelligenza individuale.

Il Libro sacro, in certe versioni della Ricerca del Graal, viene identificato o abbinato alla coppa. Il simbolismo è allora molto chiaro: la ricerca del Graal è quella della Parola perduta, della Saggezza suprema divenuta inaccessibile all’uomo comune (Corbin H. Trilogie ismaélienne, Paris 1961, – Guenon R. Il re del mondo, Roma, – Guenon R. Il simbolismo della croce milano,- Guenon R., I simboli fondamentali della scienza sacra, Milano 1975, – Schoun F. l’Oeil du coeur Paris 1950).

Un libro chiuso vuol significare la materia vergine. Mentre se aperto, la materia fecondata. Chiuso il libro conserva il suo segreto, mentre aperto, il contenuto è afferrato da colui che lo scruta. Il cuore che viene paragonato a un libro: aperto esso offre i suoi pensieri e i suoi sentimenti, chiuso, invece li nasconde. Per gli alchimisti «l’Opera è espressa simbolicamente da un libro, ora aperto ora chiuso, a seconda che la materia prima sia stata lavorata o soltanto estratta dalla miniera. Quando il libro è rappresentato come chiuso – indicando la sostanza minerale bruta – non è raro vederlo sigillato da sette fasce.Questi sono i segni delle sette operazioni successive che permettono di aprirlo, rompendo in ciascuna, uno dei sigilli. Tale è il Grande Libro della Natura che racchiude nelle sue pagine la rivelazione delle scienze profane e quella dei misteri sacri» (Fulcanelli, Il mistero delle cattedrali, pag.193, ed Mediterranee Roma).

I simboli del rituale