Lo Zolfo

o zolfo è il principio attivo dell’alchimia, quello che agisce sul mercurio inerte e lo feconda, o altresì lo uccide. Lo zolfo corrisponde al fuoco come il mercurio all’acqua, è il principio generatore maschile la cui azione sul mercurio, la sua combinazione produce i metalli. Esso manifesta la Volontà celeste (a cui corrisponde significativamente la pioggia di zolfo di Sodoma) e l’attività dello Spirito. Lo zolfo rosso dell’esoterismo musulmano indica “l’Uomo universale” – che è anche rappresentato da una fenice, e perciò il prodotto della terza fase ermetica, “l’Opera al rosso”. L’azione che lo zolfo produce sul mercurio è di trasmutazione. Uccidendolo si produce il cinabro, che è una droga di immortalità. Il rapporto costante dello zolfo con il fuoco lo mette talvolta anche in connessione con il simbolismo infernale.

(Mircea Eliade, Forgerons et Alchimistes Paris 1956 / Guenon Renè, la Grande Triade Roma).

 

Secondo un’altra tradizione esoterica, che si ricongiunge alla prima, lo zolfo rappresenta il soffio igneo e designa lo sperma minerale. E dunque egualmente legato al principio attivo. Esso apporta la luce o il colore.

(Alleau Renè, Aspects de l’Alchimie traditionelle, Paris 1953,pag. 245).

 

Lo zolfo rosso (kibrit ahmar, in arabo), la cui esistenza è leggendaria, si troverebbe all’ovest in vicinanza del mare e sarebbe assai raro. Perciò, per indicare un uomo che non ha pari, lo si chiama “zolfo rosso”.

(Encyclopédie de l’Islam, 5° vol. Paris 1938).

 

Lo zolfo rosso è paragonato alla transustanziazione dell’anima attraverso l’ascesi (Massignon L., la passion di al-Hallaj, Paris 1922, pag. 931). Secondo il simbolismo alchemico dei mistici musulmani, l’anima, irrigidita in una sterile durezza, deve essere liquefatta, poi congelata, operazioni seguite dalla fusione e dalla cristallizzazione. Le forze dell’anima sono paragonate alle forze della natura: calore, freddo, umidità, siccità.

 

Nell’anima, le forze corrispondenti sono in relazione con due principi complementari, analoghi allo zolfo e al mercurio dell’alchimista. Nel Sufismo il mercurio indica la plasticità della psiche e lo zolfo l’atto spirituale. Per Ibn Al ‘Arabi, lo zolfo designa l’azione divina (al-Amr) e il mercurio la natura nel suo insieme

(Burckhard Titus, Introduction aux doctrines ésotérique de l’Islam, Lione 1955, pag.109).

 

Si sa che il colore della Pietra filosofale è rosso.

 

Per gli alchimisti, lo zolfo è nel corpo come il Sole è nell’Universo. L’oro, la luce, il color giallo, interpretati nel senso infernale dei loro simboli, denotano l’egoismo orgoglioso che cerca la saggezza soltanto in sé, che diviene la propria divinità, il proprio principio e il proprio scopo.

(Portal Frederic, Des couleurs symbolique, dans l’Antiquité, le Moyen Age et les Temps Moderne, Paris ,1837, pag. 84).

 

Questo lato nefasto del simbolismo del Sole e del colore giallo è rappresentato dallo zolfo satanico della tradizione cristiana: nell’ Antico come nel Nuovo Testamento. Sodoma è consumata da una pioggia di zolfo e il castigo promesso ai malvagi nel libro di Giobbe riprende la stessa immagine:” la luce si oscurava sotto la tenda … Lo zolfo era sparso nella sua dimora … egli è sospinto dalla luce alle tenebre”, (Giobbe, 18,6). La fiamma gialla affumicata, dello zolfo, è per la Bibbia questa “anti-luce” devoluta all’orgoglio di Lucifero. La luce è divenuta tenebre: «Prendi dunque e guarda che la luce che è in te non sia tenebra» (Luca, 11, 36). Lo zolfo dunque è come un simbolo di colpevolezza e di castigo, ed è per questo che lo sì impiega nel paganesimo per la purificazione dei colpevoli.

(Portal Frederic, Des couleurs symbolique, dans l’Antiquité, le Moyen Age et les Temps Moderne, Paris ,1837, pag.86).

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